When: September 29th – November 30th, 2016
Where: FuturDome, via Paisiello 6, Milano
Curators: Atto Belloli Ardessi and Ginevra Bria
Artists: Enrico Boccioletti, Guglielmo Castelli, Alessandro di Pietro, Michele Gabriele, Diego Miguel Mirabella, Giovanni Oberti, Ornaghi & Prestinari, Valentina Perazzini, Jonathan Vivacqua
Website: www.futurdome.com
English version available soon!
The Habit of a Foreign Sky indaga la peculiare inclinazione di alcuni artisti italiani ad abitare un cielo straniero, un cielo contrario. All’interno di una casa che non è ancora casa e che solo i loro lavori, soggetto e oggetto della domesticità, renderanno tale. In un luogo in cui, improvvisamente, anche nella propria terra d’origine, il cielo dei soffitti, la prospettiva dell’abitare si trasforma in elemento estraneo, straniero, straniante.
Dalle sagome dissolte di Castelli, agli atti poetici di Oberti, alle riscritture di Alessandro Di Pietro, alle analogie di Perazzini, ai carotaggi di Ornaghi&Prestinari, alle fusioni di Michele Gabriele, ai profili di Vivacqua, la negazione, la contraddizione della quotidianità, l’un-heimlich (contrario di heimlich, da heim, casa, ma anche tranquillo, confortevole, fidato) provoca la struttura degli interni, dilatando nel tempo la definitiva chiusura al pubblico, degli ambienti dell’edificio di via Paisiello 6.
La mostra, nelle flessioni di Diego Miguel Mirabella, come nel retaggio sonoro di Boccioletti presenta una negoziazione di miti che rielaborano percezione e appropriazione di uno spazio pubblico, costruito per essere vissuto come privato (dal latino privus, proprio di un singolarità, riservato ad uno). La familiarità dell’ambiente domestico viene sfidata e il significato di casa riconsiderato. Nell’alveo di FuturDome il privato-domestico si trasforma in un alveo pubblico-ricettivo. Le unità abitative rappresentano una sfida alle istituzioni dell’arte e al concetto di ‘white cube’, dimostrando come si possano evitare intermediari di un sistema dell’arte che non offre spazio sufficiente alle ultime generazione di artisti italiani. Una sorta di terzo spazio, di liquido di controllo che si posiziona tra il mondo dell’arte e il quotidiano, dove ogni convenzionale dualismo possa essere infranto e, allo stesso tempo, progettato.
(Estratto dal comunicato stampa di Ginevra Bria)
Immagini: Ornaghi & Prestinari
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